L’ULTIMO GIORNO

E’ arrivato. L’ultimo giorno di scuola è arrivato. Anche in questo 2020 si è compiuto il rito consueto della chiusura della Scuola.

Certo, non abbiamo sentito la campanella dell’uscita, non abbiamo ascoltato le urla di frenesia dei ragazzi, non abbiamo visto i loro sorrisi affacciati sul balcone del futuro, non ci siamo commossi né abbracciati insieme. La liturgia dell’ultimo giorno si è compiuta in un modo nuovo. Da lontano, sui monitor, puzzle di volti,abbiamo augurato loro e quasi imposto come imperativo ” Sogna ragazzo sogna”. Abbiamo augurato a noi stessi di essere stati capaci di arrivare a loro nonostante la distanza, di aver saputo, in qualche modo, incuriosirli,  appassionarli, metterli in crisi per farli crescere.

Ci siamo augurati di non aver perso per sempre coloro che non siamo riusciti a raggiungere.

Se l’educazione è  cambiamento, beh, abbiamo avuto numerosi spunti per trasformarci, per comprendere che la crisi è un’opportunità, per dimostrare che gli scenari più improbabili possono diventare un’occasione per cambiare, per imparare.

Certo, quest’ anno scolastico se ne va lasciandoci un pizzico di nostalgia e un senso di sospensione per i ragazzi di terza media che affideranno fra pochi giorni ad uno schermo le loro riflessioni.

Eppure, come abbiamo detto spesso, la Scuola non è un edificio. E’ un bosco incantato, una nave alla scoperta di nuovi mondi, una credenza piena di provviste, un granaio da cui attingere in inverno, uno spazio sociale in cui contano attenzione, relazione e motivazione.

Per questo, con la speranza di riabbracciarvi fra poco, vogliamo salutarvi con una struggente poesia di Alessandro Cannavale e le note e le parole della canzone di Roberto Vecchioni ” Sogna ragazzo sogna”. ( video: fonte youtube)

A presto ragazzi!

“Siate sempre fedeli alle vostre utopie,

guardate negli occhi i ladri del vostro futuro,

non cedete all’abbaio delle ansie abissali.

Sottraetevi all’anagrafe delle paure, 

alle punteggiature dei burocrati dello spirito,

ai raggiri dei contabili della perversione.

Siate i geografi dello scandalo dell’esclusione;

rispondete alla paura con la bellezza.

Siate argini alle imposture ad alta entropia:

allenatevi a sospingere margini continentali,

piuttosto che a essere centro, in una provincia.”

( Alessandro Cannavale)